Guarnizioni alimentari: quali scegliere e perché

Guarnizioni alimentari: quali scegliere e perché

Piccole componenti, grande differenza: scegli il materiale giusto per igiene, tenuta e meno fermi impianto.

Le guarnizioni alimentari garantiscono tenuta, igiene e sicurezza in serbatoi e impianti a contatto con cibi e bevande. La scelta del materiale incide su qualità del prodotto, frequenza di manutenzione e durata delle attrezzature. Qui trovi schede sintetiche con pro e contro per orientarti subito.

Pro
Contro

NBR (gomma nitrilica)

Descrizione: Diffusa e versatile. Buon rapporto qualità/prezzo, buona resistenza a oli e grassi.

  • Economica e facilmente reperibile
  • Buona tenuta con oli/grassi
  • Poco adatta ad alte temperature continuative
  • Limitata con acidi/alcol intensi

Indicata per: oli, prodotti grassi, uso generale non spinto su temperatura.

EPDM

Descrizione: Ottimo con acqua, vapore e soluzioni acquose. Buona elasticità e durata.

  • Resistente a calore moderato e vapore
  • Buona tenuta con acidi diluiti
  • Debole con oli/solventi grassi

Indicata per: acqua di processo, CIP a bassa/media temperatura, succhi acquosi.

Silicone

Descrizione: Flessibile, inodore e adatto al contatto con alimenti sensibili. Ampio intervallo di temperatura.

  • Igienico, non altera odori o sapori
  • Resiste a temperature estreme (caldo/freddo)
  • Più sensibile a tagli/abrasioni
  • Costo superiore a NBR

Indicata per: enologico, lattiero-caseario, farmaceutico leggero, prodotti delicati.

PTFE (Teflon)

Descrizione: Inerte e stabile: eccellente con agenti chimici e pulizie aggressive. Molto durevole.

  • Resistenza chimica quasi universale
  • Lunga durata e stabilità dimensionale
  • Più rigido: richiede cura nel montaggio
  • Costo superiore rispetto a NBR/EPDM

Indicata per: prodotti acidi/base, solventi, CIP intensivi, ambienti “difficili”.

Quale scegliere?

Non esiste una guarnizione “universale”. Valuta sempre:

  • Prodotto trattato (acquoso, oleoso, acido, alcolico)
  • Temperatura di lavoro e di lavaggio (CIP/SIP)
  • Frequenza di montaggio/smontaggio e usura meccanica
  • Norme e certificazioni richieste dal mercato di destinazione

Consiglio pratico: tieni un set di ricambi a magazzino per ridurre fermi imprevisti.

Domande frequenti

Quale guarnizione usare per vino e bevande fermentate?

In genere Silicone o EPDM per contesti acquosi e pulizia regolare. Se sono previsti lavaggi chimici aggressivi o solventi, valuta PTFE. Considera sempre temperatura, cicli CIP e compatibilità con i prodotti.

Quale materiale resiste meglio a vapore e caldo?

EPDM è una scelta solida per acqua/vapore a temperature moderate. Il Silicone tollera bene gli sbalzi termici e le alte/basse temperature. Verifica sempre i limiti indicati dal costruttore per tempi e temperature di esercizio.

Quando conviene scegliere il PTFE (Teflon)?

Quando serve massima inerzia chimica: acidi/base, solventi, CIP intensivi. È molto durevole ma più rigido e costoso: richiede montaggio accurato e sedi adeguate.

Quali certificazioni servono per uso alimentare?

Richiedi sempre dichiarazione di idoneità al contatto con alimenti e tracciabilità del materiale. Nota: oltre alle indicazioni del produttore, va rispettata la normativa locale del Paese d’uso e i requisiti del settore applicativo.

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